“Ciao io sono Daniele e ho scelto di raccontarvi la mia storia.
Ho intrapreso il percorso terapeutico con la speranza di tagliare i lacci che stringevano il mio cervello, ed il mio cuore non era da meno. Ho varcato la soglia della mia prima seduta, con molto scetticismo riguardo alle reali probabilità di cura che la psicologia mi offriva. Avevo tutta un’altra idea sugli psicologi, spesso influenzata dai film o dai libri, che proponevano l’immagine di una persona sbiadita, austera, dalla quale non doveva trapelare neanche un sospiro d’affetto. Ma la realtà spesso è differente da come la pensiamo, e la scoperta di una persona diversa dal mio immaginario, ha determinato un cambiamento fondamentale nella mia vita. Sono quasi due anni che vado in terapia, adesso gli incontri non sono più settimanali (e questo significa, che va meglio, molto meglio). Non è stato, non è, e non sarà mai una strada facile da intraprendere, perché sei tu ad essere il protagonista assoluto di un libro di migliaia di pagine, tra l’altro non ancora concluso. Ho avuto alti e bassi, ho pianto e riso, ho avuto paura e coraggio, alle volte provavo scetticismo, altre sentivo la vita pulsare nel cuore. Ho capito molto, in questo periodo, riguardo la persona che sono stato e che attualmente sono: ho imparato a riconoscere e a dare un nome alle paure; alle ossessioni che mi attanagliavano cuore e cervello; sono riuscito a trovare gli strumenti con i quali affrontare il rimuginio, che fino ad allora divorava ogni minuto della mia giornata; ho capito che spesso, tra la mente e la realtà della vita, c’è un abisso profondo. Oggi, una parte di me è cambiata, non ho il tremore del tunnel buio, ma la fiducia del mare sconfinato.”
Ringrazio Daniele, per aver scelto di rendere pubblica la sua esperienza. So bene cosa significhi per Lui mettere nero su bianco il suo percorso. Lo ringrazio perché nonostante l’imbarazzo e la paura di essere giudicato ha raccontato la sua storia, con un obiettivo chiaro: chiedere aiuto non è una vergogna.